Il blog di Michele Perucci

"Su scolte alle torri guardie armate
attente in silenzio vigilate"
(antico inno comunale di Assisi)

domenica 30 settembre 2012

sabato 29 settembre 2012

PRIMARIE anche per le Regioni!


Chiara e pienamente condivisibile posizione di Giorgio Benigni su GAZEBOS! (numero tutto da leggere) : anche quella della Bonino nel Lazio fu una candidatura impropria, un altro frutto della malattia di un sistema politico e istituzionare da rivoluzionare facendo perno intorno al pilastro delle primarie aperte, a tutti i livelli. Questo l'unico apprezzabile lascito di una decennale stagione del centrosinistra, che ora è lì lì per essere sperperato da dirigenti miopi e dai loro fallaci calcoli di botteguccia. 

Prendiamo allora la palla al balzo della crisi della Regione Lazio e diciamo da subito che faremo anche qui, correggendo gli errori del passato, primarie vere, per il Presidente della Regione. Primarie di coalizione. I mali della Seconda Repubblica non si curano tornando indietro.



giovedì 27 settembre 2012

La lacerazione



Profonda e vera riflessione di Luigi Manconi sul caso Englaro e sul velo che lo scontro tutto politico stese sulle molte ragioni, sulle tante sfumature dell'umano.


martedì 25 settembre 2012

Appunti po(l)verini



Ce so' tre problemoni, ve ne dovete fa 'na cazzo de raggione:

-          Problema istituzionale: il fallimento dell’esperienza delle Regioni – del federalismo leghista come del malnato titolo 5 del centrosinistra – apre la stura alla necessità vitale di riformare l’ordinamento dello Stato e la stessa Costituzione: legge elettorale a doppio turno, collegi uninominali, monocameralismo, riduzione dei parlamentari, semipresidenzialismo…Un “modello francese” per una vera Terza Repubblica. Altrimenti se n’annamo.

-          Problema morale: le persone. Bagnasco ha un bel recriminare, fiori di cattoliconi decoravano e decorano le peggiori giunte regionali della nostra storia. E il moralismo laico stile Scalfari è appunto un moralismo acido che, sotto pressione, aspira alla  rivolta forcaiola e manettara,al bertoldismo di risulta. Rifondazione umanista, ci vuole sobrietà felice, condivisione e senso del limite.

-          Problema politico: con quale vision, con quale disegno uscirne? Le idee para-novecentesche son bollite, dalla FGCI (tristo D’Alema ieri sera!!) all’iperliberismo i pensieri unici van giù. Narrazioni in campo: indigesto Vendola zapaterino  (Nichi,ma che stai a dì?), Renzi non soddisfa la mia alterigia intellettuale, ma vedo che i ggiovani – quelli veri – si entusiasmano: anche solo a nominargli la prospettiva di un NOI, in mezzo al deserto degli IO. 


lunedì 24 settembre 2012

Le zampate dell’Elefantino e il bi-sogno della politica


Giuliano Ferrara si è con tutta evidenza pienamente rimesso: a me personalmente, sincero democratico, non può che far piacere.
So bene di essere tra i pochi, fra gli elettori del  centrosinistra (senza trattino), che ne amano la  sulfurea intelligenza e il bello scrivere (altro mio preferito è il vituperato – dal mainstream -  fu Don Gianni da Genova).
Tra ieri e oggi due bordate micidiali: l’una al competitor elettorale più temuto dalla destra, l’accoppiata Grillo-Casaleggio; l’altra al  probabile premier della primavera 2013, il buon Pierluigi Bersani.  Entrambe le analisi ciniche e spietate: l’una sullo sgonfiarsi del fenomeno 5 Stelle, l’altra sulla riconosciuta  mancanza di quid dell’attuale segretario del PD (manco fosse un’Alfano qualunque!...).  
In realtà i due pezzi –utili segnali – parlano della nostra politica, sprofondata nella morta gora del lerciume locale e dello stallo d’ogni  più urgente riforma: da quella delle autonomie alla legge elettorale, per non dire della imprescindibile riscrittura d’una Carta che affidi al modello istituzionale francese – il solo che funzioni in Europa- la soluzione possibile degli agguati a Re Giorgio e, insieme, del suo supplire vieppiù  debordante.

I cinici tecnici son per definizione senz’anima, molto han fatto e molti dolori han seminato;  privi di legittimazione democratica, sono subentrati al crepuscolo del berlusconismo e ci han messo una pezza. Nonostante le macerie – o forse proprio per quelle – la politica deve tornare al suo ruolo di governo. Il punto è: con quale anima? Con quale “narrazione”? Quale vision, quale disegno  può oggi scaldare i cuori e irrorare le menti?


Sb ha raccontato una lunga favola, e infine  il Paese si è svegliato con gli incubi; Vendola ha  avviluppato il suo narrare in una prosa ormai stantìa; Tonino ripropone ancora il Bertoldo della tradizione, e il Giullare dell’invettiva avvista le prime serie difficoltà. Non basta la bocciofila del buon padre di famiglia a smuovere le acque, mentre persino Obama – non fosse per la sua grande Michelle – ridimensiona le attese e naviga a vista, tra i marosi della crisi.

La brava ministro Cancellieri , con un lapsus rivelatore, ha detto che loro, i tecnici, sono “ incapaci di vendere sogni”:  ciò intendendo come di un plus, come un carattere concretamente positivo di un’esperienza di governo.
Ebbene, il primo che tornerà a  mostrare d’esser “capace di vendere sogni” sarà quello che ci tirerà fuori dal fosso ( con Monti garante al Quirinale, off course). 

giovedì 20 settembre 2012

Imperfezioni



Limiti della democrazia: votano anche i coglioni.

 dall'epifenomeno antropologico alla nemesi aristocratica



Lacrime e baci, contro il potere del sacro


Contro ogni potere oppressivo del sacro e delle re-ligioni, Gesù va dritto al cuore della persona.

Un Dio di misericordia e tenerezza, che non vuole che nessuno si perda.

Lacrime, baci e olio profumato contro l’aridità del sacro e della legge.
San Paolo: non è l’IO  il protagonista, ma il Dono dello Spirito che vive in me.

- (Dalla Liturgia di oggi)

  Ancora grazie al Concilio Vaticano II , non fosse che per averci restituito la conoscenza della Parola, prima rigidamente custodita per l’appunto nel recinto sacrale.


mercoledì 19 settembre 2012

Infernalia





In Italia siamo lì, in rete è pieno di tabelle con gli "stipendi" dei ns manager. Suvvia, siamo sul/nel/affogati nel mercato, siamo uomini di mondo...Ma l'avidità rimane comunque una categoria (im)morale in base alla quale valutare come vengono considerati i rapporti tra le persone: e i processi strutturali che la eccitano sono per l'appunto null'altro che meccanismi infernali.

Una notte, un vecchio indiano raccontò a suo nipote una storia: «Figlio mio, la battaglia nel nostro cuore è combattuta da due lupi. Un lupo è maligno: è collera, gelosia, tristezza, rammarico, avidità, arroganza, autocommiserazione, colpa, risentimento, inferiorità, falso orgoglio, superiorità; è l’ego. L’altro è buono: è gioia, pace, amore, speranza, serenità, umiltà, gentilezza, benevolenza, immedesimazione, generosità, verità, compassione e fede».
Il nipote, dopo averci pensato per qualche minuto, chiese al nonno: «Quale dei due lupi vince?».
Il vecchio rispose semplicemente: «Quello che tu nutri».

(Grazie a Nino Andreotti e al blog Filosofia Attiva per la citazione) 


martedì 18 settembre 2012

Rottamatori d'antan: quei giovani di Centocittà (1992)

In realtà, leggendo, Pistelli esprime una posizione equilibrata. 

Chissà se Lapo ricorda un incontro a Firenze negli anni roventi di CentoCittà (1992?) : un manipolo di ggiovini - rottamatori?! - a sinistra della sinistra dc: un barbudo Franceschini, Enrico Letta su una vecchia Fiat500, forse 
Giuseppe Nenna...e sì, c'ero io pure!

lunedì 17 settembre 2012

Vendola, forse qualcosa ci è sfuggito - [ Il Foglio.it › Cerazade ]  Il rumore del mare...o il richiamo della foresta?



venerdì 14 settembre 2012

Vent'anni di nulla


Ahò, io quoto in pieno la prima parte dell'articolo.


Sul voto aperto agli elettori di centrodestra un po' me sa invece che Cerasa Cemarcia, anche se non credo sia possibile né corretto recintare i gazebo.

Renzi è figlio di vent'anni di nulla, troppo facile sparare sulla Croce Rossa; meglio apprezzare il suo tentativo di sparigliare e chiederci chi di quel nulla  ha la storica responsabilità  - Berlusca con la peggior destra -  e chi non è riuscito in tanto tempo a sgominarlo e a sostituirvi una degna e credibile prospettiva democratica, senza trattini né foto di famiglia della FGCI. Salverei solo gli asinelli Prodi-Parisi e il Veltroni del Lingotto e del 33 per cento, che però bruciò subito quell'unica chance di cambiamento.

Alle politiche per il centrosinistra  è possibile vincere, spedire  con tante grazie l'algido Monti ad alt(r)e cariche e governare 'sto paese per cinque anni senza interruzioni fausto-mastelliane: o adesso o mai più?