"Il mondo di ieri è come il
silenzio che viene incontro quando si entra in una casa svuotata ormai e fatta
ricordo dal destino quando il destino, appunto, porta altrove, in un viaggio
che dalla Guinea finisca poi in California magari, come per Diamond, o come nel
dover andare via di tutti perché ogni ieri scivola nella botola della
matematica e i conti tornano solo con la moltiplicazione degli oggi. E sono
ingressi impegnativi quelli nelle case fatte vuote. Ci sono porte da forzare e
quel ritornare dove c’era stata, la vita, non è mai un giro a ritroso nel
tempo. Piuttosto è una sovrapposizione dei piani – quello di ieri e di oggi –
perché i fantasmi dei mobili innevati dalla polvere di anni e anni di addio,
travolgono con un frastuono di voci. Fossero pure solo foglie colte nello
scricchiolio dei nostri passi.
Sono rumori scoppiettanti di energia al cui confronto, noi –
esploratori dell’oggi – impallidiamo senza aver pietà del disinganno, anzi,
riconoscendoci in uno specchio per via delle spallucce ingobbite e degli
occhiali sporchi di abitudine. L’oggi ci abitua e non sappiamo fare il salto –
il bungee jumping, con le caviglie salde alle corde del mondo – verso i più
oscuri tubi del passato senza ritornarne turbati, edificati e pratici almeno di
un insegnamento: in principio tutti vivevamo in una condizione di selvaggia e
rapace provvisorietà, attorno a un albero. Nessuno però può pensare di piantare
la tenda ai piedi di un albero morto.
Il mondo di ieri è l’archetipo e siccome, come dice Hölderlin,
l’uomo quando sogna è un dio, quando pensa è un mendicante, quando qualcosa
resta appiccicato negli occhi, allora, è come la pasta madre che rinfresca il
ceppo originario. Ho visto preparare il ferro da stiro con la carbonella, ho
solo cinquant’anni ma m’è rimasto tutto dell’età che fu da sembrare più che un
secolo, un millennio tanto il mondo di ieri è tutto “una vita fa” […] E quindi
scrivo in fretta acchiappando gli ultimi istanti di vita che, si sa, sono solo
i ricordi. Ma il mondo di ieri non è ricordo, è il lievito. Sano, solido e
vivificante."