Il blog di Michele Perucci

"Su scolte alle torri guardie armate
attente in silenzio vigilate"
(antico inno comunale di Assisi)

martedì 28 maggio 2013

Pregi...e qualche limite. Viva la Repubblica Romana!

Non ce l’abbiamo fatta, la Repubblica Romana non è entrata in consiglio comunale. Solo sfiorata la soglia del 3%.
Sandro è stato generoso, capace e portatore di uno stile totalmente altro rispetto al marasma di candidati che lo circondavano, con ben altri mezzi. Poteva essere il Pisapia di Roma: ma allora si sarebbe dovuta usare più strategia (tipo “sparigliare le primarie”) e muoversi con tempi diversi.

La comunicazione nel suo complesso (non solo web) andava preparata meglio, al di là di intuizioni che son state le uniche a movimentare le grigie timeline di queste settimane.


Ma il progetto rimane valido: fare sintesi delle mille esperienze dei quartieri, dare voce a chi voce non ha, ridare alla sinistra romana quell’anima e quella consapevolezza sociale che ha smarrito per strada. Con creatività, simpatia e intelligenza, senza cupezze paleoleniniste, con un pizzico d’orgoglio e la assoluta novità – a sinistra – di impegnarsi divertendosi insieme. 


Sullo sfondo, un governo controverso, praticamente un Monti-bis che esce perfino rafforzato dal voto; personalmente, a me interessa poco agitare la bandiera grillina dell’inciucio, mi preme piuttosto (ri)costruire a Roma una presenza sociale che sappia parlare ai giovani, ai precari, ai volontari, a quanti non hanno vissuto le infinite divisioni della sinistra (prei)storica ma che hanno guardato a Sandro Medici come ad un’inattesa occasione di speranza.


“Siamo stati l'unica ipotesi di sinistra, anti-capitalista e indipendente in queste elezioni. 26.825 persone sono tantissime e hanno detto che ci stanno non ci tiriamo indietro adesso. Dove la gente ci conosce ci ha dato fiducia, ora dobbiamo lavorare ovunque per farci conoscere. La nostra corsa non è contro altri partiti, questo è il paese dove la gente vota ancora Berlusconi perché non dovrebbe votare SEL o Marino? lo sapevamo. noi dobbiamo parlare a quel 48% che è la vera maggioranza” (Davide Massatani, che è lazziale ma vabbé...) 

mercoledì 8 maggio 2013

Matteo Renzi e Sandro Medici

Ho creduto che Renzi potesse dare una scossa alla burocratia del Pd e ho dato un po' del mio impegno, a novembre scorso, perché il suo tentativo alle primarie riuscisse: per il Pd e per il paese. Il corpaccione degli elettori di quel partito non la pensava così, e ha scelto l'usato sicuro proposto da Bersani.

Sappiamo com'è andata; ma nel frattempo le cose vanno a un ritmo accellerato, le dinamiche politiche non rispettano più tempi e liturgie : e Renzi, a parer mio, ha perso quel treno, ed oggi rischia di essere lanciato in forzature "turche" (secondo logiche francamente proprie della più classica doppiezza togliattiana, altro che novità!).

 Per l'intanto, a Roma preferisco ripartire da chi mostra una marcata sensibilità al grande tema scomparso di questi grigi anni di autonomia del politico: ripartire dal sociale, questo fantasma che si aggira per l'Europa. Sandro Medici con la sua Repubblica Romana è un seme piantato in questo campo abbandonato dai più.

Per Sandro Medici Sindaco 2013

Ciò non toglie ch'io continui a riconoscere a Matteo Renzi il coraggio mostrato nella cavalcata delle primarie, la stima per aver gettato - quando era più difficile - il sasso nello stagno, la sua ispirazione di credente rispettoso della laicità, come ben descritto da questa riflessione del mio amico Giorgio Benigni.